L'uomo del futuro vs l'uomo del futuro
Neymar vs Håland, due modi diversi di immaginarsi il domani
Ieri sera due schermi proiettavano in simultanea PSG-Juventus e Siviglia-Manchester City. Così mentre Neymar faceva venire il mal di testa a Bremer e Bonucci, Håland sfidava le leggi statistiche, segnando l’11esimo e il 12esimo gol della sua stagione. Una riflessione sul prototipo del calciatore del domani. Buona lettura.
Ricordo da piccolo i primi spot della Nike a cui ho avuto accesso direttamente. Prima ancora che “Just Do It”, per le persone della mia generazione Nike e calcio sono probabilmente due cose: la prima le Total 90, intese come scarpe da calcio e dopo sneaker, la seconda è Joga Bonito.
Quella di Joga Bonito era quasi una promessa fatta ai bambini dell’epoca, un’introduzione al futuro: state per vedere il calcio di domani. Ronaldinho - insieme ovviamente a Pelé - era il volto di quel calcio e quella filosofia, nata giusto qualche anno prima che FIFA Street occupasse tutte le Playstation del mondo. Non è un caso che il video più famoso della Joga TV sia quello in cui Dinho si prepara a colpire la traversa, realizzando quella che oggi su YouTube chiameremmo una crossbar challenge o l’ennesima scommessa di Massimiliano Allegri.
È un calcio divertente, rilassato, probabilmente i più cinici diranno fine a se stesso, la realtà è che vedere Ronaldinho che sorride mentre colpisce una traversa perché sì è una gioia per gli occhi, al di là della funzionalità del gesto.
Erano gli anni in cui Messi e Ronaldo si affacciavano al calcio dei grandi, il primo come designato erede del prime di Ronaldinho, l’altro che aveva rapito con il suo pomo d’adamo estremamente pronunciato, i suoi colpi di sole e ovviamente la signature move del doppio passo.
Sono gli anni in cui un altro grande calciatore si affaccia in quello che un giornalista attempato definirebbe “il calcio che conta”: Zlatan Ibrahimovic. È proprio Joga TV a regalarci uno spaccato dell’Ibra di quei tempi, prima che, come ammesso da lui stesso, Fabio Capello lo prendesse da parte e gli dicesse di essere più letale che bello da vedere.
Nel video che mette in contrapposizione Zlatan Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo, ci sono pochissime delle cose che hanno reso Zlatan e CR7 i giocatori che conosciamo oggi. Ci sono elementi distintivi, come lo stop di petto dello svedese che ti fa pensare alle pochissime possibilità che avresti di vincere una partita a Limbo contro di lui, ma di quella che potremmo definire la potenza del Ronaldo pichichi o dello Zlatan scarpa d’oro non c’è ancora molto. L’unico tiro in porta che vediamo non ha a che fare né con il gol né con la potenza fine a se stessa, ma neanche con quei gesti atletici da super-uomini come l’elevazione per il giocatore dello United o tutto ciò che è ereditato dalle arti marziali per il calciatore del Milan. C’è la precisione, la raffinatezza, è un calcio leggiadro, fatto di balistica e colpi naïf, la nostra promessa di calcio del futuro.
Ci sono voluti anni per vedere realizzato il nostro sogno del prototipo del calciatore moderno, con innamoramenti e sbandate che sapevamo fin da subito non sarebbero durate. Così mentre l’Inter comprava Foquinha perché sembrava imprescindibile un funambolo capace di palleggiare con la fronte, al Santos iniziava a emergere IL calciatore, il designato pallone d’oro, il mostro di Frankestein di quel sogno bagnato fatto di snapback, cemento e tute con la zip: Neymar.
Le promesse disattese sono quelle che fanno più male, anche se suona assurdo definire Neymar come promessa disattesa, la realtà è che a un certo punto il calcio ha deciso di farci smettere di sognare, la EA Sports ha smesso di produrre FIFA Streets, Cristiano Ronaldo è diventato una prima punta, Messi un geniale giocatore in un sistema ancor più geniale e a settembre 2022 Neymar ha vinto una sola Champions, senza mai arrivare a stringere al petto il pallone d’oro.
Nella prima giornata della massima competizione europea per club, Neymar ha affrontato la Juventus, al Parco dei Principi, in quella che sicuramente era una delle partite di cartello di questo ritorno.
Nel frattempo duemila chilometri più ad ovest, un altro calciatore segnava il ventiquattresimo e il venticinquesimo gol della sua vita in CL, alla ventesima presenza: Erling Håland.
La sfortuna di Neymar è stata che la generazione immediatamente precedente alla sua, alla fine, ha dominato il calcio molto più di quanto si pensasse, così anche mentre passeggiava sulla difesa della Juventus, servendo con un campanile con l’esterno un assist al bacio per Mbappé o tra finte e colpi di tacco fuggiva tra le maglie bianconere, l’impressione era quella di avere un potenziale inespresso davanti.
Così, mentre Neymar riportava Fifa Street nel 2022, Erling Håland dimostrava lo strapotere fisico. Niente colpi d’esterno, nessun colpo di tacco: per segnare i due gol contro il Siviglia Håland si “limita” a deviare il pallone. La prima volta al volo, quel tanto che basta per insaccare un pallone delizioso di De Bruyne, la seconda è il primo ad avventarsi sulla respinta del portiere. Sono due gol “semplici”, che così sembrano. Guardando un reel di gol di Håland i termini sono funzionalità e potenza. Dei dodici gol segnati nelle prime sette partite di quest’anno, dieci sono stati segnati con un solo tocco, l’esempio della concretezza.
Così mentre FIFA Street diventa Volta, anziché un gioco a sé una piccola parte del gioco principale (FIFA) e mentre FIFA 23 sembrerebbe, dalle prime impressioni, iniziare a privilegiare anche i giocatori come Håland, piuttosto che solo i brevilinei veloci e scattanti, stiamo entrando in un calcio del futuro, che sicuramente ha poco a che fare con lo Joga Bonito, ma che ci porterà a seguire il calcio con il pallottoliere. Non male.
Post Scriptum: una menzione d’onore anche a Edin Hazard, un altro rappresentate del calcio del futuro che abbiamo perso nel tragitto. È stato bello rivederti segnare.
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